| . . . E li vedemmo arrivare verso l'ora di pranzo . . . Era il 16 gennaio 1983 e già, verso mezzogiorno, le prime avvisaglie di quello che poi sarebbe avvenuto e, ancor oggi raccontato, erano nell'aria. Nella tarda mattinata mi era arrivata voce, da quei "fiolacci che abitavane vicino casa mia", che passando con i motorini nei pressi del Dorico "avevane visto el Monumento culorato de biancazzuro"; di lì a poco si sarebbe giocata la partita di C1 ANCONA - PESCARA. "dopo la magnata 'namo al Dorico coi amici mii"; entrammo dall'entrata bassa della curva e . . . l'esclamazione giunse spontanea: "Ma chi cazzo ha fatto entrà in curva tutti 'sti pescaresi??!!" . . . Già, proprio così, la curva (ovviamente ancora nell'83 c'era solo quella), che poteva contenere 5/6.000 spettatori, era per metà occupata dai tifosi del Pescara, arrivati con tanto di bandiere e striscioni (campeggiava quello dei "Rangers") e tutti posizionati dove di solito ci posizionavamo noi, verso la gradinata. Ancora oggi mi domando: "Ma chi è stato quel 'genio' che ha organizzato il servizio d'ordine quel giorno???". "Adè passo ale giustificaziò; nun è mai belo giustificase, ma quelo che dirò sò dati de fato lampanti!!!". Noi purtroppo venivamo da annate di C e D, abituati a giocare nei campi dei paeselli limitrofi; i pescaresi venivano da 10 annate trascorse in serie A e B; nel 1979, nello spareggio per salire in serie A che giocarono a Bologna contro il Monza, al Comunale emiliano (che a quel tempo poteva contenere 50.000 spettatori) erano presenti 3.000 monzesi e 40.000 pescaresi (una delle trasferte più massicce nella storia del calcio italiano); e come dice giustamente il mio amico 'quellidiunavolta1980': "A quel tempo non eravamo in condizione di affrontare i Rangers che, in quegli anni, erano di un altro pianeta". Quindi, con queste premesse, per noi dentro lo stadio fu dura, molto dura; non vi dico quello che successe in curva; gli anconetani, man mano che entravano, venivano aggrediti da gruppetti in cerca di sciarpe biancorosse; mi ricordo che con i miei amici andammo ad aiutare Marco, un ragazzo che quell'anno faceva il militare con me, che era entrato dalla parte alta della curva, da solo, con la sciarpa al collo bene in vista (non ne voleva sapere di nasconderla!) e venne circondato da una decina di abruzzesi; ovviamente a forza di spintoni riuscimmo a sottrarlo agli infami. Poi piano piano ci organizzammo, una decina erano andati anche a "parlamentà" con loro (Badalò, Di Padova ed altri . . .) e quindi ci spostammo tutti dalla parte della tribuna, con un esiguo cordone di forze dell'ordine a separare le due tifoserie. "MA DENTRO LO STADIO FU DURA! . . . POI FUORI . . ." . Adè m'assento 'n attimì e pò continuo: "TORNO SUBITO" . . .
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